Mezzi pubblici

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Si sa, sui mezzi pubblici viaggiano molte persone. Persone che non si conoscono. Persone che condividono un pezzo della loro vita. Persone stipate, una affianco all’altra.
Tra queste persone viaggiano, spesso, molti migranti. Ieri sera due. salgono sul treno della metro. Uno su una sedia a rotelle veniva assistito dall’altro e inoltre avevano, come segno distintivo, come una “divisa”, buste della spesa e borse al seguito.

I compagni di viaggio, forzati dalla vicinanza, guardavano con disgusto. Forse perché il loro profumo non era dei migliori. Si mettono a chiacchierare. L’annunciatore di fermata spara dagli altoparlanti la fermata. Prima che si aprano le porte iniziano a prepararsi. Riprendono le loro buste, le borse. Le sistemano sulle ginocchia di chi è sulla sedia. Ecco aprirsi le porte. Scendono. Si guardano attorno per individuare l’ascensore. Uno inizia a spingere la sedia e le ruote iniziano a muoversi sul pavimento di linoleum. Prima di arrivare alle porte dell’ascensore, sulla banchina, si voltano verso il conducente e con una mano ed un sorriso lo ringraziano per il viaggio offerto. Il conducente sorpreso, di solito ha questi gesti così gentili anzi tutto il contrario, accende la luce della cabina e ricambia il saluto e il sorriso.

Il treno sparisce nel tunnel e i due aspettano l’ascensore che li riporta a casa.

 

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