Casa Famiglia

 

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Venerdì scorso sono stato invitato alla festa per i 20 anni della Casa Famiglia Oikos di Napoli.

Ma facciamo un po’ di storia. La parrocchia romana che frequento è gestita dai Missionari della Madonna de La Salette, i missionari gestiscono anche una parrocchia a Napoli  nel rione Traiano un quartiere problematico. Appunto venti anni fa circa, il parroco Padre Angelo, persona illuminata dal bene, si prodigava affinché il quartiere rinascesse. Col suo impegno e con quello di altre persone, che possiamo definire un po’ “folli”, è stata ristrutturata una ex scuola, davanti la chiesa, che è diventata un “centro sociale” per il quartiere. Ora offre un centro medico di strada, un centro Caritas che distribuisce generi alimentari per i poveri, un cineforum di quartiere, offre ripetizioni delle lezioni scolastiche, insomma un punto di aggregazione per gli abitanti.
Sempre in quegli anni, oltre al centro sociale, si gettarono le basi per l’attuale Casa Famiglia. Venne fondata una cooperativa sociale e tra mille difficoltà, imprevisti, aiuti, ora gestisce una struttura  dove vengono ospitati bimbi che vivono situazioni di disagio sociale. Questa realtà, che si trova vicino alla parrocchia e al centro sociale, si è radicata nel tessuto sociale napoletano e fa  parte di una rete territoriale che li vede in una stretta ed intensa collaborazione fra diversi enti del privato sociale, il Comune di Napoli ed altri Comuni, istituzioni pubbliche (scuole, ASL, Tribunale per i Minorenni).

Questa Casa Famiglia ha compiuto 20 anni di attività e sono stato invitato alla festa. Festa che ha avuto una grande partecipazione da parte dei cittadini e da parte delle istituzioni, ed è stata occasione per una raccolta fondi per l’acquisto di una nuova auto (quella attuale è diventata un po’ vecchiotta).

La mia storia con quella della Casa si intreccia prima della sua fondazione. Ho partecipato al primo campo estivo se così lo possiamo chiamare. Era una allegra armata brancaleone di bimbi e ragazzi e adulti con l’immancabile figura di Padre Angelo. Ho dato una mano a quei “visionari”, e un po’ “pirati”, a far trascorrere due settimane al mare agli ospiti più piccoli di quella comunità. Quanti divertimenti, quanti sorrisi. Di strada, da quella prima esperienza, ne ha fatta. E’ bello vedere ora che quei semi buttati sono diventati un albero di venti anni. L’idea di Padre Angelo era ed è giusta, donare un po’ di normalità a quei bimbi, futuri cittadini, e seminare nelle loro coscienze che un mondo diverso è possibile e avere la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita, non è un sogno ma una realtà.

Grazie Padre Angelo per la tua “follia” e grazie a chi l’ha seguito e ha fatto di tutto affinché quei semi crescessero.

Vi lascio i contatti se volete rimanere aggiornati sulle attività della cooperativa:

https://www.progettouomo.org/