Di solito verso la fine dell’anno si tirano le somme. Io, invece, vorrei cancellare dal nostro vocabolario le seguenti parole: lockdown, zone rosse e arancioni e gialle, autocertificazione per gli spostamenti, positivo (che ha assunto un’accezione negativa), coprifuoco, congiunti (nel senso della visita solo ai), tamponi, conferenza stampa in tivù, videochiamata, sanificazioni, gel mani, mascherine e se mi sono scordato qualcosa aggiungete voi.
Mese: dicembre 2020
Natale e dintorni.

Siamo arrivati al Natale di un anno difficile. Lo avevamo iniziato con tante aspettative, poi un esserino microscopico ha sconvolto le nostre vite. Insomma pensavamo di averle viste tutte, ma una pandemia proprio mancava all’elenco delle cose da fare nella nostra vita. Siamo diventati epidemiologi e dottori e scienziati e ricercatori. Le mascherine sono diventate parte essenziale del nostro corpo. Nei mesi scorsi abbiamo conosciuto una nuova parola: lockdown. Intraducibile in italiano. Speriamo di toglierla presto dal nostro vocabolario.
Col passare dei mesi e dei contagi e, purtroppo, dei morti siamo stati catapultati in questo Natale diverso.
Natale di divieti e di video chiamate. Autocertificazione in tasca, calcolatrice per fare i conti esatti di quanti stare a tavola, tavola preparata col metro da sarta per contare i centimetri tra un piatto e l’altro. Questo virus ci ha tolto tutto.
Proprio da questo Natale deve partire la rinascita. Il mio augurio è: rinasciamo e scacciamo le paure, le angosce che ci sono intorno. Possiate ritrovare quella intima serenità e quella voglia di donare un pezzettino del vostro tempo al prossimo. Ecco cosa ci ha insegnato questo virus: senza comunione con il vicino non si va da nessuna parte.
Buon Natale a tutti noi, nonostante tutto.