Storie.

Quattro_matrimoni_e_un_funerale

Da un po’ di tempo a questa parte mi  capita di partecipare a dei funerali. Aspettate, non voglio soffermarmi sulla tristezza del momento, legittima per carità, ma continuate a leggere. Voglio soffermarmi su quello che penso durante le funzioni siano esse religiose o laiche. Insomma, come  mi capita, quando partecipo inizio a guardarmi in giro tra le persone, gli eventuali addobbi floreali, il luogo. Insomma divento un osservatore.

Ricordando i momenti passati con la persona che stiamo salutando, i pensieri mi corrono veloci in testa; allora trovo tra la gente quell’amico o quell’amica che non vedevo da tempo. Inizio a notare il passare del tempo, per tutti è così. E iniziano i ricordi, di estati passate tra le strade di Roma nelle “vacanze” scolastiche, di inverni trascorsi in comitiva o di episodi che abbiamo vissuto.
E’ come se si fosse percorso un tratto di strada abbastanza lungo e poi arrivati ad una sosta incontrare gli amici che avevi lasciato indietro e non sai come siano arrivati lì. E allora inizi a chiacchierare a chiedere a dare risposte.

Come se vivessi nel film “Nuovo Cinema Paradiso” quando il protagonista torna nel paese natio e vede che tutto è trasformato, dai palazzi, alla piazza dove si (ri)trovava coi paesani agli stessi paesani segnati dal tempo. Ecco. Mi sento come lui in quei casi, seppur tristi. Cerco di carpire le trasformazioni che il tempo, la strada della vita ci ha messo sulla faccia. E di notare se le persone che osservo hanno le stesse mie reazioni quando mi guardano.