Verona e dintorni.

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Eccoci qui per raccontare e raccontarvi i nostri giorni veronesi con l’amico giallo. Siamo partiti la mattina presto, col treno AV. Lui era la prima volta che lo prendeva ed era emozionatissmo. La sera prima mi chiedeva il funzionamento del treno, la sua velocità massima. Insomma non stava nella sua pelle gialla ed ogni tanto mi chiedeva una banana.
Dicevamo… appena arrivati in stazione si è subito voluto far fare la foto di rito e poi colazione in terrazza. Via alle 7.15 il treno è partito. Molto velocemente, sul tratto dell’alta velocità, ha toccato i 245 km/h.

Il viaggio è trascorso tranquillamente. Chi ascoltava la musica, chi guardava un film, chi leggeva un giornale. La tranquillità è andata persa una volta fermati a Bologna. Lì i passeggeri che dovevano scendere si sono messi in fila nel corridoio in attesa dell’apertura delle porte. Noi guardavamo sornioni i nostri compagni di viaggio. Il treno si ferma e inizia la fase di discesa. Ad un tratto però, col vagone ancora pieno, la porta comincia a chiudersi e molti non fanno in tempo a scendere. Colti di sorpresa e meravigliati, il treno comincia a muoversi. Chi doveva scendere inizia a urlare, altri a dire: “fermate il treno!”. Ad un tratto un passeggero tira l’allarme credendo, in buona fede, che il treno si fermi. Invece rallenta e arriva la capotreno che si becca la sfuriata di circa 20-25 persone. Lei in evidente difficoltà, una volta ripristinati gli allarmi e verificato che nessuno stava male, ha detto a chi era rimasto a bordo che li avrebbero portati a Verona e poi indietro a Bologna. Dopo questo episodio, lasciamo i nostri compagni, forzati, di viaggio a Verona ed iniziamo la vacanza.

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Verso sera, a piazza Brà, l’amico giallo vuole la foto con dietro l’Arena. Subito accontentato. Stanchi, girovaghiamo per le strade della città. Ero già venuto a Verona ma per lavoro. Non ho avuto tempo di vederla nella sua bellezza. Grazie Alessia, me l’hai fatta vedere con altri occhi e da innamorati.  A proposito di innamorati, eravamo venuti qui anche per accontentare la sua voglia di vedere il famoso balcone della casa di Giulietta. Siamo nella città dell’amore.

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Eccolo qui, ai piedi di Giulietta. Era emozionatissimo. Vedere i biglietti sui muri e le dediche e i lucchetti di tutti quegli innamorati che dichiarano pubblicamente il loro amore lo ha commosso. A dir la verità anche noi abbiamo letto quasi tutti quei messaggi e  abbiamo respirato quell’aria densa e profumosa che solo gli innamorati sanno percepire. Concludiamo la serata con un’ottima cena presso una tipica osteria veneta con polenta, lardo e buon vino ed una passeggiata in città.

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Il giorno dopo ci alziamo presto, colazione e via in stazione per prendere il treno regionale per Venezia.

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Per chi scrive è stata la prima volta nella città lagunare. Sono rimasto estasiato dalla sua bellezza e tipicità. Quelle vie labirintiche, l’odore di salmastro  che c’è nell’aria, i suoi ponti, le gondole col loro sbattere l’onda ti colpiscono subito. Giriamo per tutto il giorno per le sue vie e negozi e ponti. Arriviamo in piazza San Marco e tra l’acqua alta che si sta ritirando riusciamo ad entrare nella basilica. Con una nota applicazione prenotiamo il pranzo e facciamo riposare le nostre gambe provate dal passeggio tra le calle.

Dopo pranzo ci dedichiamo alle foto ricordo del nostro amico per i ponti veneziani.

Ritornati a Verona porteremo per sempre i ricordi di questa incredibile città. Il giorno dopo scegliamo di visitare Mantova.

La città dei Gonzaga. La città dei laghi anche se sta sul fiume. La città di Virgilio.

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Camminiamo tra le strade mantovane. La costante, dato il periodo, è la nebbia. Avvolge la città, i suoi palazzi e i laghi. Città elegante, rinascimentale e medievale. Mi piace pensare come doveva essere a quel tempo. I cavalli coi cavalieri, gli artisti coi loro affreschi, i nobili coi loro vestiti. Si respira ancora quel sapore.
Andiamo alla ricerca della sbrisolona, il famoso dolce mantovano. Trovata, ne abbiamo acquistate due per portarle nella capitale.

Il nostro break autunnale volge al termine. Ci siamo ripromessi di tornare a Venezia e Mantova in un altro periodo per godere a pieno le bellezze che la nebbia ci ha nascosto.

Sul treno del ritorno che ci riporta nella capitale, ci prende un po’ di nostalgia. Nostalgia dei giorni passati a fare i turisti, ai bicchieri di buon vino bevuti e alle foto del nostro amico giallo. Al prossimo viaggio!

 

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