Sono stanco, sarà il caldo, sarà l’afa che mi opprime. Saranno dei colleghi che ho intorno, ma per fortuna ho la mia ancora di salvezza. Dicevo che sono stanco di vedere il disgregamento culturale e sociale chi mi circonda. Siamo sul fondo del barile e, purtroppo, non ci stiamo accorgendo che stiamo raschiando quel po’ di legno che ci separa dal baratro. Ma tanto fin quando non cadremo nessuno se ne accorgerà.
Le ferie si avvicinano e se ci riuscirò proverò ad aggiornare il blog dalle vacanze. Devo staccare un po’ la spina dal lavoro e devo concentrarmi per ricaricare le batterie ormai in riserva di energia. Sono giornate dure queste, caldo, turni di lavoro ad elevate temperature, persone che sono come i fagioli e cioè che ti parlano alle spalle. Mah?!
A chi mi legge consiglio di prepararsi. Un bella riserva di libri, se si possiede un giardino di dedicare parte di quel giardino ad orto. Prepariamoci signore e signori. Qua e la troviamo i segni (non i cerchi nel grano) della tempesta all’orizzonte. Portiamoci un kway, degli scarponcini e aggrappiamoci…si parte, rotta verso l’ignoto!